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la terapia del gruppo-coppia o del gruppo-famiglia come ammortizzatore emotivo

LA RICERCA PSICOANALITICA

D'ORAZIO LELLI
FORMAZIONE E RICERCA PSICOANALITICA
SCUOLA DI PSICOTERAPIA PSICOANALITICA
DELLA COPPIA E DELLA FAMIGLIA
Via Poggi 1 Milano
Corso Saffi 1 b Genova

LA TERAPIA DEL GRUPPO-COPPIA O DEL GRUPPO-FAMIGLIA COME AMMORTIZZATORE EMOTIVO
DEL CAMBIAMENTO
Giovanni D'Orazio (*)

Non ho mai contato quante famiglie o quante coppie da più di 40 anni hanno chiesto il mio aiuto professionale come psicoterapeuta psicoanalitico, ma le storie spesso mi ritornano in mente come storie che hanno sempre una differenza che le rende uniche le une rispetto alle altre. Non ho mai amato catalogare le personali relazioni umane in caselle dove le innumerevoli differenze vengono abolite a favore di aspetti, che a volte risultano marginali, che le dovrebbero definire uguali l'una all'altra. Non ho mai amato queste classificazioni, che poi si risolvono in etichette, perché tendono a sopprimere le innumerevoli differenze che rendono la vicenda umana di ciascuno unica ed irripetibile. In queste differenze ho sempre pensato che si possano trovare le risposte a quella crisi che li ha portati a rivolgersi a me. La coppia o la famiglia mi chiede di entrare a far parte del loro problema, del loro mondo e ad assorbire la loro sofferenza per ammortizzare e così permettere loro di rendere i problemi esistenziali più aggredibili e trovare quei compromessi che all'inizio apparivano impossibili da gestire facendoli così precipitare nel pendolo inesauribile del dilemma conflittuale sia esterno che interno. La vita in quel momento si è fermata in sterili ripetizioni di comportamenti finalizzati solamente a mantenere tutto fermo per paura a volte dello stesso sviluppo cui è destinata la vita in quel momento di ambedue i coniugi o di tutti nella famiglia. Di solito la relazione di ruolo esterna che ha fino ad allora caratterizzato il compromesso tra le aspirazioni individuali, spesso narcisistiche, e il bisogno di vivere nella reciprocità del legame, quel compromesso che quindi è caratterizzato da una relazione di ruolo esterna inconscia è in quel momento messo in crisi spesso dallo sviluppo di modifiche di un membro della coppia o della famiglia. Questo processo spesso è caratterizzato da una spinta all'individuazione di un membro della coppia o della famiglia che comporta la sua personale separazione da quella relazione inconscia di coppia. L'altro componente della coppia o gli altri componenti della famiglia si sentono costretti a cercare un nuovo adattamento e quindi a lasciare andare quella relazione di coppia o di famiglia che fino ad allora garantiva il loro equilibrio emotivo non solo esterno, ma soprattutto interno. Quindi sono loro a mostrare il disagio ed a chiedere aiuto. In fondo sono loro a subire il il cambiamento e così mi trovo ingaggiato nelle loro discussioni e nei loro scontri. Tutti, sia chi ha provocato il cambiamento e sia chi lo ha subito, hanno bisogno di un clima emotivo che faccia da ammortizzatore del conflitto e quindi chiedono a me inconsapevolmente di creare quel clima emotivo con la mia presenza e soprattutto con il mio coinvolgimento emotivo che comporti spesso l'assorbimento e il vivere in prima persona le loro forti angoscie di quel momento. E' certamente un momento di passaggio da un assetto di relazione, fondato su una relazione di ruolo inconscia esterna, verso un nuovo assetto, fondato sulla costruzione di una nuova relazione inconscia esterna. Questo passaggio è possibile se, partecipando alle loro angosce nate sia dalla rottura del vecchio equilibrio che dalla spinta al nuovo, riesco a creare un clima che possiamo chiamare "un'area transizionale" , cioè un'area in cui le fantasie e la realtà possono incontrarsi senza confliggere in una specie di sogno ad occhi aperti, quindi in un clima di prove di una nuova relazione senza sentirsi obbligati a metterla subito in atto, ad assumerla definitivamente, sentendosi autorizzati a regredire alla vecchia relazione senza sentirsi criticati. Questo continuo provare e riprovare può apparire come quella tela che Penelope tesse la mattina e smonta la notte per prendere tempo. Questo clima che ho chiamato gruppo-coppia / gruppo-famiglia ammortizza i timori del passaggio rendendo possibile la sensazione che tale passaggio possa essere concepito e sperimentato prima di essere messo in atto. Tale clima comporta il coinvolgimento emotivo del terapeuta che in quel momento diventa un membro effettivo del gruppo-coppia / del gruppo-famiglia costruendo così un gruppo nuovo, chiaramente momentaneo, come appunto un'area transizionale, che permette di traghettare i membri del gruppo, compreso il terapeuta, in un terreno nuovo e sconosciuto anche al terapeuta stesso. Questo comporta una ristrutturazione delle relazioni tra tutti i membri del gruppo. Quando si hanno tali ristrutturazioni avviene il momento più delicato per tutti, anche per il terapeuta, perché ogni membro del gruppo assume su di sé il dolore della separazione dalla precedente relazione interna e quindi la sensazione di una intensa solitudine. E' il momento più delicato in cui ognuno dei componenti sperimenta il valore dell'aiuto che lo stare insieme comporta.
Milano.18 agosto 2022

(*) dott. Giovanni D'Orazio, medico Psichiatra Psicoterapeuta Psicoanalitico Criminologo Clinico
cofondatore e condirettore della Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica della Coppia e della Famiglia con sedi a Milano ed a Genova accreditata dal Ministero della Salute come Provider Nazionale ECM n. 469

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